Abbiamo scoperto l’antico borgo di Roghudi per caso, in un pomeriggio di dolce far niente, con il telefonino in mano a scrollare la bacheca dei vari social. Angelo ad un certo punto ha alzato il dito dallo schermo esclamando “Guarda questa foto, guarda che posto! Non è lontano da casa, ci andiamo?‘
Allora abbiamo avvisato due amici, anche loro calabresi e avventurosi come noi, che non hanno esitato un attimo ad accettare l’invito.
Siamo saliti in macchina e subito di corsa (si fa per dire, eh!) ad esplorare un nuovo posto insolito e misterioso della nostra bella Italia!
PERCHE’ ROGHUDI VECCHIO E’ UN BORGO FANTASMA?
Immagina un paesino di meno di 2.000 abitanti costruito su uno sperone roccioso pericolante, alle pendici dell’Aspromonte e sospeso sulla fiumara Amandolea.
Immagina i vertiginosi dirupi che rendono questo posto pericoloso a tal punto che, si dice, sulle porte delle abitazioni venivano posizionati dei chiodi ai quali si fissava una corda la cui estremità opposta veniva legata alle gambe dei bambini, per far si che non precipitassero giù.
Immagina la presenza costante di disastrose frane, piogge torrenziali e violente alluvioni, alimentate anche da una precaria sicurezza geografica.
Ecco, questa era la Roghudi che nei primi anni ’70, a seguito dell’ultima inondazione che ha messo in ginocchio il paese, ha costretto tutti gli abitanti, con apposita ordinanza del Sindaco, ad abbandonare il borgo e trasferirsi nei comuni limitrofi. Solo dopo un decennio e a distanza di 40 km è nata l’attuale Roghudi (Nuova).
COSA TROVERAI A ROGHUDI VECCHIO?
I roghudesi di tanto in tanto tornano nell’antico borgo ormai deserto e infatti, anche se ormai è completamente disabitato, è evidente la presenza umana e non è mutato lo stile contadino: abbiamo trovato un tavolo in legno (non troppo malandato) sotto un fruttuoso pergolato, bottiglie di plastica dalla confezione ancora brillante e altri piccoli oggetti quotidiani che ci hanno fatto capire che le persone non si sono mai rassegnate a lasciare completamente questo affascinante e misterioso borgo.
Ma i veri protagonisti (beh, diciamo gli unici) sono gli animali! Tra una strada e l’altra potresti incontrare qualche capra selvaggia e fai attenzione quando ti addentri in esplorazione nelle stanze deserte delle antiche abitazioni. . .potresti imbatterti, come è successo a noi, in una colonia di pipistrelli.
Tutto il resto è silenzio, non noia sicuramente: sentirai lo scorrere incessante della fiumara che si fonde con il rumore dei tuoi passi lungo le strettoie del borgo; avvertirai una leggera brezza la cui corrente, passando dai soffitti in rovina, farà oscillare le porte sfondate o le finestre in legno delle case in pietra. Ti sembrerà davvero di stare in un film, lo stupore è continuo. Avrai come la sensazione che il tempo non sia effettivamente trascorso e che ci sia ancora Vita.
Infatti in mezzo a questo ‘deserto’ spiccherà la Chiesa di San Nicola, un luogo sacro restaurato e decorato al suo interno con una croce in legno (creata con i rami di un albero) e immagini sante, dove gli abitanti dei paesi limitrofi si recano spesso nei fine settimana.
COME ARRIVARE NEL BORGO FANTASMA
Roghudi Vecchio si può raggiungere in vari modi, ma attenzione, sono tutti abbastanza ‘impegnativi’. Preparati a un asfalto dissestato, curve a strapiombo e stradine stette.
Da Reggio Calabria bisogna scendere a Melito di Porto Salvo e salire a Roccaforte del Greco, quindi raggiungere Roghudi Vecchio.
Dal versante ionico, bisogna scendere fino a Bova Marina, salire a Bova e continuare a salire, fino a superare il famoso Passu da Zita (sulle mappe lo trovi come ‘Passo della Zita’, clicca qui). Andando avanti, ti troverai al borgo fantasma.
Se, come noi, arrivi dal versante tirrenico, esci a Bagnara, e, passando da Gambarie, segui le indicazioni per Roccaforte del Greco. ATTENZIONE: non sappiamo quanto consigliare quest’ultimo itinerario perchè, se è vero che è l’unico che abbiamo effettivamente sperimentato, è altrettanto vero che è stata una traversata da incubo!
Se farai gli altri percorsi, facci sapere la tua esperienza! Te ne saremmo enormemente grati!
CURIOSITA’
- Roghudi ha antichissime origini greche e lo testimonia anche la diffusione della lingua grecanica, nata dalla contaminazione della lingua greca con i dialetti autoctoni, tipica delle zone di Reggio e Bova. Il nome deriva appunto dal greco Ρηχούδι che indica una crepa, una rottura nella roccia e non poteva esserci nome più azzeccato per descriverlo.
- Il noto cantautore calabrese Brunori Sas si è lasciato incantare ed ispirare da questo misterioso borgo per la realizzazione della sua musica. E’ dalla vetta panoramica, estrema e selvaggia, di Roghudi Vecchio che nasce l’album ‘A casa tutto bene’, un disco intimo e diretto in cui esorcizzare le piccole paure quotidiane.
Aspettiamo di leggere nei commenti se andrai a Roghudi Vecchio (e Nuovo). Se ci sei già stato, che strada hai percorso?
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